L’angolo del Doc

Perché la visita medico sportiva dovrebbe essere gratis per tutti.

In Italia, la legislazione sulla visita medica sportiva è composta da diverse norme, che
definiscono i requisiti per la pratica sportiva agonistica e non agonistica a seconda dell'età, del
tipo di sport e del livello di competizione. Per gli atleti agonisti le visite sono effettuate da medici
specializzati in Medicina dello Sport e hanno un costo variabile da circa 50 a 160 € , ma sono
gratuite per minori, disabili, soggetti esenti da ticket, anche qui in base a specifiche normative
regionali. L’estensione della gratuità delle visite di idoneità allo sport agonistico a tutta la
popolazione sana rappresenterebbe una “spinta dolce” (cit. Tahler) con indubbi benefici in
termini di salute pubblica, equità sociale e sviluppo dello sport in Italia.

Infatti, tolta la visita per servizio di leva nel 2004 e ridotta ai minimi termini la medicina
scolastica, le visite per idoneità allo sport sono un'occasione rara per promuovere stili di vita
sani, come una dieta equilibrata, un'attività fisica regolare e un sonno adeguato e rappresenta
uno dei pochi strumenti di screening di salute sulla popolazione sana e attiva. Sul piano della
prevenzione secondaria le visite di idoneità permettono di identificare precocemente eventuali
condizioni di sovrappeso patologico,patologie o condizioni che potrebbero mettere a rischio la
salute degli atleti come le cardiopatie, il diabete e l'ipertensione evitando un riscontro tardivo
che comporterebbe un impatto economico non indifferente in termini di spesa farmaceutica,
ricoveri, trattamenti riabilitativi.
L'attuale sistema di pagamento delle visite di idoneità costituisce una barriera economica per
molti atleti, soprattutto quelli provenienti da famiglie a basso reddito. L'estensione della gratuità
eliminerebbe questo ostacolo e permetterebbe a tutti -indipendentemente dal background socio
economico – di accedere alle visite di idoneità e di praticare sport a livello agonistico e
contribuirebbe a promuovere l'inclusione nello sport, oltre che identificare e valorizzare il talento
di chi altrimenti non avrebbe la possibilità di praticare sport a livello agonistico.
Tutto il mondo dello sport ne trarrebbe beneficio perché aumenterebbe la partecipazione,
soprattutto tra i giovani. Questo avrebbe un impatto positivo perché un maggior numero di atleti
coinvolti nello sport a livello agonistico porterebbe a un miglioramento del livello competitivo
generale in Italia. Aggiungiamo che lo sport agonistico nella maggior parte dei casi può
insegnare valori importanti come la disciplina, il rispetto e il lavoro di squadra.


Lo studio Copenhagen
L’altro giorno il mio Instagram mi ha proposto la fotografia di un famosissimo allenatore (Patrick
Mouratoglou) esultante per i risultati di uno studio scientifico in cui il tennis è risultato lo sport migliore in
termini di salute globale a tutte le età. Si chiama “studio Copenhagen” * perché ha coinvolto numerosi
sportivi dilettanti di questa città ed è stato pubblicato da un istituto di un certo rilievo, la Mayo Clinic: per i
non addetti ai lavori…non è la verità assoluta, ma è molto attendibile sul piano scientifico. Per gli addetti
ai lavori IF = 8,9. Sono andato a leggermi l’articolo perchè mi ha sempre incuriosito il rapporto tra sport
nel tempo libero e aspetto relazionale con i benefici per la salute a lungo termine. Lo studio ha coinvolto
circa 20.000 uomini e donne di età compresa tra 20 e 98 anni anni seguiti per 25 anni riportando
interessanti associazioni per chi svolge 8 diverse discipline: nuoto, ginnastica calistenica, ciclismo,
jogging, calcio, badminton, tennis e attività in palestra, confrontati con persone sedentarie. La finalità
dello studio era valutare nel tempo se i benefici conferiti dall’esercizio varianvano a seconda del tipo di
attività fisica focalizzando l’attenzione principalmente sulla riduzione del rischio di comparsa di patologie
cardiovascolari. Va da se’ che diverse discipline sportive richiedono sforzi di intensità e durata variabile,
coinvolgendo diversi gruppi muscolari e differenti tipi di contrazione (dinamica vs statica). Sono inoltre
variabili il tempo di esecuzione – per esempio i ciclisti vengono impegnati per un numero nettamente
superiore di ore – e il numero / tipologia di interazioni sociali previste per sport in gruppo e individuali.
Tutte queste variabili hanno effetti diversi sulla longevità e non erano mai state affrontate in modo
definitivo in studi precedenti: il tennis ha dimostrato di aggiungere circa 9,7 anni di vita in più rispetto
all’attività sedentaria. Un risultato notevole.
Anche se c’è differenza tra Running e Jogging (per maggiori informazioni chiedete al nostro direttore tecnico Daniele Carminati) per noi Tapascioni il dato interessante
sulla corsa maggiormente favorevole in termini di riduzione dei rischi e’ stato il “jogging” se effettutato da
1 a 2,4 ore a settimana, ma non più di 3 ore alla settimana, a un ritmo lento o medio. Numerose altre
evidenze sulla corsa o sul jogging hanno sostenuto il concetto che un sforzo moderato è migliore nel
conferire longevità e salute cardiovascolare rispetto a uno sforzo minimo o all’esercizio fisico estremo.
Nell’interpretazione dei risultati di questo studio stiamo attenti! Infatti alcuni sport come il tennis e il golf
vengono svolti da persone con alto livello di scolarizzazione, cosa già correlata a migliore stato di salute
in generale e longevità come dimostrato da numerosi studi precedenti. Personalmente ritengo importante
in termini di prevenzione primaria la maggior efficacia dello sport dilettantistico di media intensità con
l’aggiunta di un attraente contesto relazionale.
Il gruppo Tapascione Running Team che da sempre abbina un’attività fisica di questo tipo ad eventi
conviviali e una importante rete sociale che appaga il senso di appartenenza, si allinea perfettamente a
questa filosofia e quindi ai brillanti risultati di questo studio scientifico.
Buona lettura.

Dr Matteo Pinaroli